Quante generazioni di studenti del “Volta” (il Liceo Classico comensis) sono passate da Santa Cecilia!... Sotto lo stesso portico, prima di passare la adiacente soglia del liceo, varcavano quella della chiesa, dove un pavimento (un meraviglioso intarsio di marmi), montando, li innalzava all’altare sotto una miriade di angeli e di putti. Compiti in classe decisivi, inquietanti probabili interrogazioni – libera me Domine - necessitavano di una purificazione dell’anima e di una supplica ausiliatrice. Una soglia, quella di Santa Cecilia, quasi celata da nobili colonne di marmo cipollino, ma ben nota a tanti fedeli; varcata alzando gli occhi a Dio e chinando lo sguardo al proprio cuore. Colonne di romana memoria, chiesa di un puro barocco, liceo di illuminato neoclassicismo: ogni città è un palinsesto che conserva nel presente tracce del tempo passato, stratificate, sovrapposte, che si confondono l’una nell’altra. Non solo monumenti, ma anche luoghi nei quali è trascorsa la vita e che di essa testimoniano: “frutto del lavoro dell’uomo”. Come in questo luogo di Como. Certo superiori e ben più frequentate emergenze arricchiscono la città, però ricca, come tutte, di un proprio tessuto connettivo che la caratterizza – spesso impropriamente considerato minore – e nel quale si annidano tesori ai quali è bello riandare. Ma per riaprire gli occhi dell’oblio, magari assopito dalla consuetudine (quando non dall’indifferenza), è ormai necessaria una guida che riporti in vita la storia passata e che additi tante opere d’arte con un fascio di luce. Grazie all’iniziativa della Fondazione Carlo Leone et Mariena Montandon e all’appassionata dottrina di Alberto Rovi e Paolo Vanoli, per la chiesa di Santa Cecilia questo è fatto.
Mario Di Salvo
ISBN 978-88-7185-155-6