È proprio della natura dell'uomo cercare di attrarre e affascinare i propri simili; delle donne, in particolare, favorire la seduzione, adornando di perle - tra i vari modi e nel corso del tempo - il proprio corpo. Indossandole, manifestando così il proprio status e il ruolo sociale caratteristico dei vari paesi, si riversa sulle perle - in particolare su quelle di vetro - un valore simbolico aperto addirittura a versanti scaramantici, sin quali propiziatori della fertilità. Nella convinzione che ciò che esse rappresentano possieda valori magici, apotropaici, di difesa dal malocchio e dalle disgrazie conseguenti, da qui l'uso anche da parte dei bimbi e degli uomini.
Un approccio alla complessità di questo mondo - che tale è, coinvolgendo tutte le epoche e moltissimi paesi - non può consistere nella mera collazione dei più disparati esemplari di perle di vetro. Esse si sono sviluppate ed evolute talvolta in maniera altamente elaborata, e nella quantità di realizzazioni affiora comunque, seppure diversificato, un processo di formazione che le connette alla storia: seguendone i condizionamenti, le aree di produzione e di diffusione, le influenze stilistiche e d'uso dei vari ambiti.
Attraverso una sistematica analisi - commisurata solo alla capacità di apprestare mezzi di indagini adeguati - gli elementi costitutivi delle perle di vetro portano al riconoscimento e all’individuazione di tipi, che alla fine consentono di leggerne sinteticamente le caratteristiche tecniche, storiche e -laddove presenti - simboliche. Un'attenta lettura dimostra che i fattori tipici sono sempre - o quasi, se si considerano poche eccezioni - preponderanti rispetto ai fattori atipici. L'esistenza di una molteplicità di perle pone quindi in evidenza una pluralità di tipi, differenti o differenziati, da indagare per trovare la potenziale relazione che li fa derivare l'uno dall'altro, o da una comune origine. Ciò senza alcuna pretesa di conferire un regesto esaustivo, che potrebbe apparire sicuramente velleitario, anche solo limitando il campo alle perle di vetro di produzione mediorientale e veneziana rinvenute nell'Africa Occidentale, desunte da pubblicazioni o esaminate dal vivo in collezioni pubbliche e private, tra le quali, princeps, quella di Augusto Panini.
Panini si è da tempo dedicato allo studio delle testimonianze archeologiche ed etnografiche del Mali, con un interesse particolare alle perle di vetro, testimonianze incorrotte e perfettamente conservate di scambi commerciali e contatti culturali che sin da epoche antiche il Mali intrattenne con tutto il mondo allora conosciuto.
Nel collezionismo anche l'approccio estetico assume una particolare importanza: il collezionista prova un grande piacere nel contemplare gli oggetti della sua collezione, con un coinvolgimento emotivo e un attaccamento ad essi così forte da portarlo ad approfondire il più possibile la conoscenza sui popoli che li hanno prodotti e le condizioni nelle quali sono stati creati. Il collezionista segue un criterio sistematico nel piazzare, organizzare e classificare gli oggetti. Collezionare è un'attività seria, non significa avere un guadagno o profitto - il collezionista privato fu e continua a essere un agente vitale per la preservazione di eredità culturali: non a caso essi furono e sono fondatori e benefattori di musei - e richiede un raffinato livello culturale, come indispensabile ingrediente di maturazione intellettuale e per acquisire conoscenza.
Augusto Panini è identificabile appieno in questa figura di collezionista. Il suo campo sono le perle di vetro (ogni creazione dell'intelletto, della manualità umana e della natura può divenire oggetto di collezione): la sua attitudine è proprio quella di ricercare e ricevere conoscenza e fare pieno uso di essa per propria soddisfazione, ma con il gusto di parteciparne ad altri la gioia.
La naturale curiositas, che il tema suscita, non ha lasciato indifferente la Fondation Carlo Leone et Mariena Montandon, che, per sua vocazione, ancora una volta si è dimostrata aperta a favorire una più ampia, compiuta e formata conoscenza di realtà culturali e artistiche – come, tra le altre, quella della produzione e diffusione delle perle di vetro - poste ai margini degli ambiti dominanti o relegate in settori specialistici, pur essendo più che degne di aspirare a una trattazione compiuta, per il fascino che da esse promana.
Mario Di Salvo