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Poco prima di morire e dopo un’attenta analisi del lavoro sin ad allora svolto dall’Architetto Mario Di Salvo, Mariena Mondelli Montandon scrisse una bozza di presentazione del libro “Le Croci Etiopiche. Il segno della fede: evoluzione e forma”. Con lungimiranza, Mariena Mondelli Montandon aveva colto appieno lo spirito di questo studio che tanto l’appassionò e che tanto sostenne finché ne ebbe le forze. Sembra giusto, perciò, riproporre l’introduzione al volume che è una delle ultime cose che Mariena Mondelli Montandon scrisse prima di morire.
"La Fondazione Carlo Leone Montandon, con questo libro conclude una sorta di Trilogia dedicata all’arte dell’Etiopia classica, con cui è stato presentato al grande pubblico un immenso patrimonio di bellezza, ancora poco conosciuto e studiato.
Se con "Chiese di Etiopia. Il Monastero di Narga Sellase", di Mario Di Salvo (Skira 1999), si è affrontato il tema dell’architettura delle Chiese dell’area del Lago Tana e dei meravigliosi maqdas dipinti in esse custodite e se con "Etiopian Icons" di Stanislaw Chojnacki (Skira 2000) è stata messa a disposizione degli studiosi una vastissima iconografia supportata da riscontri storici, nonché da una estremamente esauriente documentazione, con questa opera di Mario Di Salvo si è affrontato un campo pressoché ignoto e inedito.
Le Croci della devozione ortodossa etiope costituiscono un’altra sconcertante scoperta per l’occidentale superconvinto della propria genialità: nelle primitive officine sparse sull’altopiano etiopico, da secoli, fabbri e fonditori sconosciuti hanno forgiato e fuso croci di indicibile bellezza e complessità. E forse è la “complessità” dei manufatti presentati in questo libro il punto su cui dobbiamo volgere la nostra attenzione. Infatti, se gli Etiopi volevano glorificare il loro Creatore, non bastavano forse le stupefacenti chiese costruite carnalmente nella roccia a Lalibela? Non bastava impazzire di forme e colori nei meravigliosi maqdas? Non bastava il Segno della Croce?
Così come in certe chiese barocche la fantasia si esalta e si srotola in infiniti ricci, avvolgimenti, angeli, putti, nuvole, spirali che non hanno alcun significato pratico in sé, ma sono la manifestazione dell’Amore verso Dio, della generosità e della fantasia delle maestranze per cui un riccio in più è una preghiera in più, così le Croci etiopi, dal più semplice dei segni evolvono in esplosioni di cloni: la croce, più la croce, più la croce, quasi senza fine. La Croce interpolata a segni di significati diversi che tuttavia sempre tendono ad esaltare il segno primitivo.
Il lavoro di Mario Di Salvo è, pensiamo, assolutamente unico nel suo genere e per intraprenderlo e portarlo a termine ci è voluta senz’altro un poco di sana follia! Ma il risultato è un’opera bella in sé, che in più svolgerà una fondamentale funzione di riferimento scientifico per quanto riguarda la possibilità, ora concreta, di riconoscere e datare manufatti di cui non si conoscano la provenienza e l’epoca.
Ma sfogliare questo libro può dare a tutti la forte sensazione che il bello non ha padroni e può essere offerto a ognuno di noi anche dall’umile, devoto artista sperso in mezzo all’Africa dove, senza compassi, regoli e computer ha realizzato infinite opere insigni di oreficeria per nient’altro che la Gloria di Dio.
"La Fondazione Carlo Leone Montandon, al momento di concludere la “Trilogia Etiope”, auspica che il suo lavoro possa continuare a proporre un’inedita visione dell’arte dell’Africa Cristiana che, non solo non deve essere trascurata, ma che anzi merita di essere sempre meglio conosciuta perché il godimento del bello porta con sé sempre e soltanto felicità".
Cernobbio, Settembre 2003

Mariena Mondelli Montandon

ISBN-10: 88-7624-256-2
Nella versione inglese: ISBN -13: 978-88-7624-256-4